martedì 14 luglio 2009

Facebook: da social network virtuale a social network reale


Facebook: il più grande social network della rete internet in cui milioni di persone instaurano rapporti di amicizia, dialoghi, emozioni tutto in maniera virtuale, dietro i sensori dei bit del computer. Tanto se ne è parlato e tanto se ne parlerà, tanti saggi sociologici verranno scritti per analizzare il fenomeno che ha talmente catalizzato la vita di numerosi utenti cibernetici da apparire con il suo logo in una delle prove di esame della maturità appena trascorsa. Cosa accadrebbe però se il virtuale dovesse un giorno materializzarsi e diventare reale e concreto?

Dovesse cioè uscire dallo schermo e dalla tastiera del pc e catapultarsi nelle sembianze di persone in carne ed ossa? A parlarne così sembra cosa lontana dall'accadere, ma da qualche mese per un gruppo di facebook dal nome alquanto coraggioso - “Salviamo il Lago Albano” - sembra proprio essersi verificato il salto di qualità ed il passaggio dal social network virtuale a quello reale.

Il gruppo, nato per volontà del suo fondatore Luca Nardi, conta più di 2000 iscritti e nel mese di marzo, superata la fatidica soglia delle migliaia di adesioni, decide di convocare una riunione nella cittadina dei Castelli Romani di Albano. La riunione ha avuto un solo scopo: tentare di avviare un serio lavoro sul territorio e salvare, nel vero senso della parola, il bacino lacustre su cui si affaccia la residenza estiva del pontefice, ormai da anni sottoposto ad un forte inquinamento e ad un continuo e perpetuo abbassamento.

In quattro mesi di strada ne è stata fatta e di azioni ne sono state portate a compimento parecchie, prima fra tutte quella di smuovere le coscienze. Così infatti Luca Nardi, fondatore del gruppo virtuale “Salviamo il lago Albano”, definisce l’intento principale del lavoro che sta portando avanti insieme ad altri cittadini dei Castelli Romani per la tutela del bacino lacustre di Albano e Castel Gandolfo: “Vorremmo essere una leva sulle discussioni politiche soprattutto per favorire una pianificazione urbanistica più attenta sul territorio ed evitare le già forti ripercussioni sull’area verde dei Castelli Romani il cui centro è rappresentato proprio dal lago di Albano. E' necessario che ci sia una cultura civica nella tutela del lago. Bisogna combattere l'illegalità e l'abusivismo. Ci sono circa 40000 pozzi abusivi che prelevano acqua dalla falda di alimentazione del lago provocando un aumento della concentrazione dei metalli e inoltre bisogna frenare i prelievi diretti che creano l'abbassamento delle acque del lago. Inoltre la mancanza di servizi e di infrastrutture ha provocato una disaffezione dei cittadini del luogo verso il lago e il suo destino e quindi per questo la nostra mobilitazione vuole far riflettere la cittadinanza sulla questione.

"Il gruppo “facebookiano”, dopo una giornata di mobilitazione a giugno, un primo passo concreto lo ha ottenuto anche sul piano istituzionale inviando una lettera formale a tutti i sindaci dei paesi dei Castelli Romani chiedendo con parole forti una presa di posizione in favore di politiche ambientali più serie.

Il testo della lettera che riportiamo qui di seguito, si chiude con una firma inusuale per una lettera istituzionale che ci fa capire quanto la rete e i social network abbiamo la forza di riunire persone e portare avanti un obiettivo, magari molto più dei canali tradizionali di rappresentanza, delle istituzioni e dei partiti. Una firma di un gruppo virtuale che sta portando avanti nel concreto istanze reali.

Francesca Ragno



Cari Sindaci,

il gruppo, nato su Facebook da qualche mese e con oltre 2000 iscritti, vi chiede pubblicamente di intervenire affinché si ponga in atto una drastica interruzione dell’urbanizzazione e del consumo di territorio dell’area Castelli Romani.

Molti cittadini sono ormai stanchi di assistere quotidianamente alla deturpazione ed all’abuso di territorio che stanno irrimediabilmente compromettendo l’area dei Castelli Romani ed altri oltre a noi si stanno organizzando in movimenti spontanei di opinione.

Voi siete perfettamente consapevoli che l'area del lago e dei Castelli è già in fase di dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto. Il consumo di territorio nell’ultimo decennio ha assunto proporzioni preoccupanti e una estensione devastante. Pur in presenza di un sensibile calo demografico della popolazione italiana negli ultimi vent’anni, il nostro Paese ha cavalcato una urbanizzazione ampia, rapida e violenta. L'area intorno al lago Albano non si è sottratta a questo scempio dell'ambiente e a questa urbanizzazione incontrollata.

Anche da noi le aree destinate a edilizia privata, le zone artigianali, commerciali e industriali si sono moltiplicate ed hanno fatto da traino a nuove grandi opere infrastrutturali . Questa crescita senza limiti considera il territorio una risorsa inesauribile, la sua tutela e salvaguardia risultano subordinate ad interessi finanziari spesso solo speculativi: un circolo vizioso che, se non interrotto, continuerà a portare al collasso intere zone e regioni urbane dando vita a quella che si può definire la “città continua”.

Dove esistono paesi, identità culturali, il rischio è a breve che si trovino immense periferie urbane, quartieri dormitorio e senza anima; i Castelli romani potrebbero di questo passo diventare un unicum indifferenziato con la periferia romana. Ecco allora che il risparmio di suolo e la cosiddetta “crescita zero”, cioè indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio già esistente, è la vera soluzione alla cementificazione diffusa che reca con sé la desertificazione dell'ambiente, la minore penetrazione dell'acqua nel terreno, la conseguente perdita di risorsa idrica e dunque, anello finale ed evidente come si vede, l'abbassamento del livello di un lago come quello di Castel Gandolfo che oltre ai prelievi diretti (che andrebbero dimezzati) viene quotidianamente emunto da decine di migliaia di pozzi (quelli accertati) che abusivamente attingono alla sua acqua.

Le nostre materie prime sono i laghi, i boschi, le campagne ed i vigneti, il patrimonio archeologico ed i centri storici.

Fermiamo pertanto la distruzione e la perdita di identità, creiamo insieme una vera e nuova idea di sviluppo incentrata sulla rivalutazione e la riqualificazione ambientale, paesaggistica ed infrastrutturale del nostro territorio.

Avremo cultura, formazione, opportunità di lavoro e potremo scrivere una storia positiva per le generazioni che verranno.

Promuoveremo pertanto una raccolta di firme rivolta a voi Sindaci dei comuni dei Castelli Romani affinché:

A) ripensiate i piani regolatori e le lottizzazioni previste facendo una precisa “mappatura” di case sfitte e capannoni vuoti, promuovendo una moratoria dei piani regolatori nell'ottica di un nuovo modello di sviluppo che tenga conto dell'uomo e della natura, prima che del cemento.

B) vietiate la pratica degli accordi di programma con i privati e il cambio di destinazione d'uso dei terreni (es: da agricolo a edificabile)

C) provvediate a costituire subito una commissione di studio scientifico-istituzionale con la finalità di elaborare una normativa (all’interno delle leggi delle autonomie locali e del decentramento federalista e della sussidiarietà) che renda istituzioni sovracomunali di sensibilità elevata in campo ambientale, fondamentali (anche se non esclusive) nell’indirizzo delle politiche territoriali. Di detta commissione si propone debbano far parte rappresentanti dei comuni, del parco dei castelli ed un congruo numero di esperti nella programmazione e salvaguardia ambientale

D) coordiniate in una conferenza intercomunale l'uso dei fondi regionali destinati alla tutela dell'ambiente e spesso invece stornati per ulteriori opere di cementificazione del territorio

E) promuoviate e rendiate pubblici tutti gli studi e le analisi in loro possesso commissionati in questi anni a tecnici dell'ambiente che spesso hanno evidenziato la non ulteriore sostenibilità di una urbanizzazione così contraria all'equilibrio naturale dei Castelli romani.

F) ascoltiate i cittadini, le organizzazioni ambientaliste, le ragioni di un nuovo modello di sviluppo e pensiate in modo nuovo a politiche urbanistiche al centro delle quali ci sia la qualità della vita delle persone e il rispetto diffuso per l'ambiente ed il paesaggio

G)facciate dunque votare ai vostri consigli comunali un ordine del giorno aderente agli obiettivi di questo documento, sottoscrivendo quindi l'obiettivo di bloccare il consumo di suolo, costruire esclusivamente su aree già urbanizzate, salvaguardando perciò in questo modo concreto e forte il patrimonio storico paesaggistico del lago Albano e dei Castelli romani.

Speriamo pertanto che questo nostro appello venga da voi ascoltato e che a breve termine vorrete aprire un dibattito aperto e propositivo e fornire a noi cittadini comuni dei Castelli Romani, risposte concrete che salvaguardino la nostra qualità della vita, la nostra salute, l’ambiente in cui viviamo. Grazie.


GRUPPO FACEBOOK ‘SALVIAMO IL LAGO ALBANO’

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