venerdì 30 ottobre 2009

Pane, vino e Ciociaria


La Ciociaria, terra ricca di storia, bellezze paesaggistiche e specialità gastronomiche è il fulcro del nuovo progetto della Camera di Commercio di Frosinone che con "Pane, Vino e Ciociaria” intende valorizzare le potenzialità turistiche delle Terre Ciociare. Il nome del progetto è evocativo e mette in evidenza uno degli aspetti che si mira a portare a conoscenza: l'enogastronomia unito alle intrinseche potenzialità naturali del territorio.

L’avvio di questa nuova sponsorizzazione dei novantuno comuni della provincia di Frosinone che si estendono nella Valle del Sacco tra i monti Ernici, Ausoni e Lepini è stata inaugurato con un press-tour che dal 24 al 27 settembre ha coinvolto più di venti giornalisti di settore che hanno percorso da nord a sud la Ciociaria potendo scoprire vari aspetti da quelli culturali, enogastronomici e paesaggistici.

Prima tappa è stata l’inaugurazione dell’Albergo Diffuso di Castro dei Volsci diretto sapientemente da Beatrice Gazelloni e dalle sue soci che hanno saputo riscoprire le bellezze di un tipico paese di montagna riconsegnandolo a nuova vita dando anche la possibilità a giovani ristoratori e chef di sperimentare nuove idee gastronomiche coniugando la tradizione culinaria locale con la necessaria innovazione. Castro dei Volsci rappresenta il primo esempio di albergo diffuso di tutta la Ciociaria e può senza dubbio costituire un input alla sperimentazione di questa nuova forma di ricezione turistica che permette di recuperare spazi e luoghi abbandonati mettendoli a disposizione della collettività.

L’incontro con i territori ciociari ha significato anche conoscere le specialità gastronomiche del luogo dai vini pregiati, tra i migliori del Lazio, come il rosso Cesanese del Piglio l'unico a fregiarsi del riconoscimento DOCG nella regione e il bianco gradevole della Passerina del frosinate ai prodotti ortofrutticoli di eccellenza come i peperoni DOP di Pontecorvo capaci di adattarsi alle più svariate ricette e piatti.

Il press tour ha toccato anche luoghi dal grande peso storico come Anagni, città dei Papi, e nota per le vicende che hanno coinvolto Bonifacio VIII e Filippo il Bello con uno dei pochi casi di oltraggio alla figura papale e in cui è possibile ammirare uno degli esempi di arte medievale che si è protratto fino ad oggi in maniera totalmente intatta. La cripta della Cattedrale è infatti un gioiello artistico di grandissimo spessore con un pregiatissimi affreschi di tre grandi maestri che già nel 1200 precedevano gli studi sulla prospettiva portati al successo da Giotto un secolo dopo e poi un intero pavimento in stile cosmatesco completamente intatto.

Enogastronomia, arte, storia si uniscono anche alle bellezze paesaggistiche delle riserve naturali del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise che comprende la zona della Valle Di Comino con bellezze floristiche della macchia mediterranea come il raro corbezzolo e faunistiche di grandissima varietà che è possibile percorrere attraverso sentieri ed apprezzare come luogo di relax e tranquillità nelle numerose country house di pregio come il relais Valle dell’Aquila dove il turista può immergersi nella natura in un ambiente totalmente bioarchitettonico.

Le potenzialità delle Terre di Ciociaria saranno ulteriormente valorizzate dal progetto “Pane Vino e Ciociaria” nei prossimi appuntamenti tra cui spicca nel primo week end di novembre con un incontro con i sapori ciociari dove l’intera provincia di Frosinone sarà animata da eventi che coinvolgeranno ristoratori, albergatori e i numeri operatori turistici.

Francesca Ragno

L'inceneritore più grande d'Europa che fine farà?


La giunta Marrazzo aveva previsto la costruzione del più grande impianto di termovalorizzazione d'Europa ad Albano, cittadina dei Castelli Romani, nonostante l'opposizione delle popolazioni locali. Ora dopo le dimissioni del Presidente quale sarà il destino di questo quarto impianto di incenerimento dei rifiuti del Lazio?

Appena dieci giorni fa migliaia di cittadini di Albano sono scesi in piazza con un solo intento e con un solo motto: "L'inceneritore non glielo faremo costruire!". Ma a quale inceneritore si oppongono i cittadini di Albano? L'opposizione è rivolta alla costruzione del quarto impianto di termovalorizzazione del Lazio, il più grande d'Europa che dovrebbe sorgere a pochi chilometri di distanza da quello di Colleferro, da quello di Malagrotta e dalla turbogas di Aprilia in un territorio quello dai Castelli Romani, noti in tutto il mondo per la bellezza dei territori e le eccellenze dei prodotti enogastronomici.

Il termovalorizzatore in questione sarà un gassificatore che produrrà energia elettrica e verrà alimentato in ingresso dal cosiddetto Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti), ovvero tutto quel materiale riciclabile come carta, legno, plastica, stracci e gomma, arricchito di carbon cock. A supporto della struttura verrà realizzata un'ulteriore cava nella discarica di Roncigliano, destinata a ospitare i rifiuti speciali di scarto dell'incenerimento, i cui costi di mineralizzazione e vetrizzazione (ossia la trasformazione in vetro) sarebbero troppo alti da sostenere.

I comitati cittadini hanno presentato numerosi ricorsi al Tar per chiedere la sospensione della valutazione d’impatto ambientale in un primo momento negativa, ma improvvisamente diventata positiva dopo l’intervento dell’assessore ai rifiuti della Regione Lazio Di Carlo, destituito un anno fa dopo i servizi della trasmissione Report che lo vedevano in stretta comunanza con l'avvocato Cerroni proprietario della discarica di Malagrotta di Roma e del gruppo Coema che insieme all'AMA e ad Acea dovrà costruire l'impianto di termovalorizzazione di Albano.

La domanda che ci si pone: conviene costruire un quarto impianto di termovalorizzazione che brucerebbe solo il 6% dei rifiuti e il restante 94% conferito in discarica? La risposta della Regione è stata che magari la carta si può riciclare, ma la plastica non tutta e allora meglio bruciare tutto! I cittadini albanensi non si danno per vinti, la costruzione dell'inceneritore sarebbe l'ennesima beffa ambientale per un territorio che già da anni soffre di crisi ambientali: l'abbassamento drastico del lago, la carenza idrica con il razionamento dell'acqua settimanale, l'inquinamento dell'aria che secondo un’inchiesta dell’Espresso causa un alto tasso di tumori e malattie respiratorie al di sopra della media nazionale.

L'inceneritore sarebbe una beffa per i contadini della zona che si vedrebbero privati della salubrità dei terreni messi già a dura prova dalla decennale presenza della discarica di Roncigliano e per le aziende agricoli dei paesi circostanti che rischiano di perdere i marchi di qualità doc e igp perché l'Unione Europea vieta la presenza degli inceneritori vicino ai territori in cui si producono prodotti con marchi europei: un addio segnato per i vini frascati DOC e Velletri DOC? Chi lo sa!

Proprio per cercare di contrastare la costruzione di ciò che molti chiamano un “ecomostro” è partita la campagna Non Bruciamoci il Futuro (www.nonbruciamocilfuturo.org) che da mesi raccoglie firme per presentare una proposta di legge regionale che punti sul riciclaggio dei rifiuti e sulla raccolta differenziata e non sull'incenerimento visto che inoltre la quantità dei rifiuti prodotti nei Castelli Romani non sarebbe sufficiente per far funzionare a pieno ritmo un impianto così imponente e sarebbe necessario "importarli" da Roma (che ha già un inceneritore se pur ancora sequestrato dalla magistratura a Malagrotta) e forse dalla Campania.

Il clima elettorale alle porte di certo nei territori dei Castelli Romani non giocava a favore di Piero Marrazzo, vista la scelta di dare nel mese di agosto l’autorizzazione all’apertura dei cantieri del termovalorizzazione nonostante l'opposizione dei comitati e dello stesso consiglio comunale. Quindi, in contemporanea con lo scoppio dello scandalo che ha coinvolto il presidente della Regione Lazio, Bruno Astorre, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Carlo Ponzo, Presidente della Commissione Bilancio, avevano chiesto una sospensiva delle autorizzazioni dell’impianto di Albano visto tre ricorsi pendenti al TAR e visto che molti comuni hanno avviato già da tempo la raccolta differenziata finanziata dalla Provincia di Roma era meglio ripensare al progetto di termovalorizzatore, dove più che le ragioni politiche hanno sempre prevalso le ragioni economiche di società ed industriali e mai le ragioni della salute ambientale e dei cittadini.

Ora il presidente Marrazzo si è dimesso per lo scandalo e i ricatti che lo hanno coinvolto e sicuramente è il caso di chiederci: che destino avrà l'inceneritore di Albano? Verrà costruito? Si sospenderà l'iter di autorizzazione? Certo che con un presidente dimissionario e indisponibile si apre un grande enigma, che coinvolge migliaia di cittadini e la salubrità del loro ambiente. Auspichiamo che qualcuno fornisca una risposta, certa però e non una semplice affermazione di carattere elettorale che lascia il tempo che trova. Di sicuro infatti l'impianto di termovalorizzazione di Albano sarà uno dei punti centrali della prossima campagna elettorale che si prospetta alquanto pepata e agguerrita.

Francesca Ragno